È uno dei dodici apostoli. Il Vangelo di Giovanni, che più volte lo chiama con il soprannome di “Dìdimo” (gemello), ci offre alcune notizie da cui si può ricavare qualche tratto della sua personalità. La prima riguarda l’esortazione che egli fece agli altri apostoli, quando Gesù decise di andare a Betania per risuscitare Lazzaro: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (Gv 11,16). Questa sua determinazione nel seguire il Maestro rileva la totale disponibilità ad aderire a Gesù. Un secondo intervento di Tommaso è registrato nell’ultima Cena. In quell’occasione, Gesù annuncia di andare a preparare un posto ai discepoli e precisa loro: «E del luogo dove io vado, conoscete la via» (Gv 14,4). È allora che Tommaso interviene dicendo: «Signore. Non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?» (Gv 14,5). Queste sue parole forniscono a Gesù l’occasione per pronunciare la celebre definizione: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Notissima è la scena di Tommaso incredulo. In un primo tempo, egli non aveva creduto a Gesù risorto apparso in sua assenza. Come sappiamo, otto giorni dopo Gesù ricompare in mezzo ai suoi discepoli e questa volta Tommaso è presente e reagisce con la più bella professione di fede di tutto il Nuovo Testamento: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28). Infine, ritroviamo Tommaso come testimone del Risorto nel momento della pesca miracolosa sul lago di Tiberìade (Gv 21,1).