San Paolo ci istruisce su come comportarci con le persone che per motivi corporali o spirituali hanno bisogno di consolazione: « Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché anche noi possiamo consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti come abbondano le sofferenze di Cristo in Noi, cosi, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi e ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siate anche della consolazione» (2cor 1,3-7). Sono persone fortunate quelle, lungo il loro doloroso cammino, incontrano pietosi “ cirenei” capaci di portare consolazione; come S. Francesco, che «si chinava, con meravigliosa tenerezza è compassione, verso chiunque fosse afflitto da qualche sofferenza fisica, e quando notava in qualcuno indigenza o necessità, nella dolce pietà del cuore, la considerava come una sofferenza di Cristo stesso… Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati, e quando non poteva offrire l’aiuto , offriva il suo affetto» ( FF 1142).
Salvatore Cirone