MARIA MADRE DELLA MISERICORDIA

Predicazione scriteriata?

De Maria nunquam satis – Di Maria non si dirà mai abbastanza  dicevano i predicatori di un tempo. Era l’occasione per dar libero sfogo alla fantasia, attingendo a rivelazioni private e ad autori spirituali senza alcun riferimento biblico. I rischi che anche oggi si corrono, se non si seguono precisi criteri sono tanti:

  • Mettere completamente in ombra la fase – terrestre – dell’esistenza di Maria, quella in cui ella era discepola, camminava sulla terra, era sottoposta alla ricerca e all’oscurità della fede.
  • Dilatare talmente lo spazio dedicato alla Vergine da ottenere una specie di eclissi totale della Trinità.
  • Accentuare talmente i  ”privilegi di Maria da renderla distante , differente rispetto al popolo di Dio.

IL  MODO DI PROCEDERE DEL CONCILIO

Come parla Papa Francesco di Maria ? Possiamo dire che ha somatizzato i criteri del Concilio Vaticano II.  Ivi si  presenta la Vergine seguendo queste linee teologiche:

  • Viene collocata all’interno di una storia di salvezza. La Trinità ne regge i fili. Maria è nel cuore del Padre, è pensata da Lui, è preannunciata nell’Antico Testamento (LG, nn. 55.56.61).
  • Ha una funzione precisa, è la madre del Salvatore (LG, nn. 52.55.65). Il suo atteggiamento è di totale disponibilità al volere, al progetto del Padre, nella fedeltà incondizionata allo Spirito Santo (LG, n.61).
  • E’intimamente associata ai misteri del Figlio Suo (LG,nn. 56-59.61). Lo Spirito opera in lei in vista di una totale conformità in vita e in morte rispetto al Redentore (LG, n. 59).
  • È l’immagine perfetta della Chiesa come Dio la sogna (LG, nn. 63-65). Rappresenta per il popolo di Dio sia il presente (la risposta ideale della fede) sia il futuro (la trasfigurazione). È, in tal senso, un segno di sicura speranza.

Tutto questo ha come esito che si racconta Maria. Lo fa il Concilio al capitolo VIII della Costituzione dogmatica Lumen Gentium (nn. 52-69). Lo fa papa Francesco nella Lumen Fidei (nn. 58-59) e nell’enciclica Evangelii Gaudium (nn. 284-288).

UN’IMMAGINE FORTE

In papa Francesco sono evidenti questi aspetti:

  • L’accentuazione della fase terrestre dell’esistenza di Maria. In tal modo al centro dell’attenzione non stanno i “privilegi” ma la “suprema beatitudine”, quella dell’aver creduto (cf. Lc. 1,45), che è possibile a tutti noi. La Vergine ascoltava, conservava la Parola, si lasciava condurre da essa (Lumen Fidei, n. 58; Evangelii Gaudium, n. 287). Come noi, essa ha compiuto un pellegrinaggio (LG, n. 58). Ha vissuto l’incertezza, la fatica. L’anima sua è stata come trafitta da una spada. Con i discepoli, prima della Pentecoste, è rimasta in attesa di un compimento (Evangelii Gaudium, nn. 284-285-287).
  • Nel tempo presente Maria è attiva. Con lo Spirito Santo sta in mezzo al popolo (Evangelii Gaudium, n. 284). Ella è l’icona femminile per la Chiesa. Con questa funzione e soprattutto con quella di Madre è stata a noi consegnata da Cristo in Croce. Ci accompagna, cammina con noi (EG, n. 288).
  • È la stella della nuova evangelizzazione (EG, nn. 287-288). Garantisce all’azione della Chiesa la caratteristica della tenerezza (EG, n. 288).

MADRE DI MISERICORDIA

Da dove nasce questo titolo? Forse per un “regio decreto”? Forse è uno dei tanti titoli che si possono aggiungere alle litanie? Oppure è una funzione che ha avuto, come la grazia, un “caro prezzo”? Possiamo affermare che, nella predicazione di qualche anno fa, Maria rappresentava una sorte di “sistema salvifico alternativo”. Siccome rivolgendosi al Padre o anche a Gesù il peccatore non poteva aspettarsi nulla di buono, aveva sempre Maria che svolgeva il ruolo di “trono della grazia” e salvava anche chi era irrecuperabile. Questi i punti fermi prospettati da papa Francesco:

  • Il Giubileo straordinario della misericordia è stato aperto (a Roma) nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, l’8 dicembre 2015. Non è stata una scelta insignificante. Certo era l’anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, ma, secondo il Papa, in quel dato della fede, si evidenzia il modo di agire di Dio sin dai primordi della nostra storia. Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo alla gravità del peccato risponde con la pienezza del perdono (MV, n. 3). Maria è la vera Eva sognata da Dio, l’aurora del mondo desiderato da Lui.
  • Maria nella sua esistenza è attraversata dal benefico ciclone dell’incarnazione. Nella sua identità è come plasmata dalla presenza della misericordia di Dio fatta uomo. È la testimone privilegiata della fase in cui l’amore di Dio è “reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù. La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nel confronto con i peccatori delle persone povere, escluse, malati e sofferenti, sono all’insegna della misericordia. Tutto in lui parla di misericordia. Nulla in lui è privo di compassione” (MV, n. 8).
  • Presso la croce Maria è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Può attestare che la misericordia non conosce confini, raggiunge tutti, non esclude nessuno (MV, n. 24). Vedendo morire il Figlio, che con il dono di sé ci redime, diventa per noi madre. Il suo è un parto doloroso. La sua maternità è “a caro prezzo”.
  • Ora con la dolcezza del suo sguardo ci accompagna in questo Anno santo. Così tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Possiamo rivolgerci a lei con la preghiera Salve Regina. Questo perché ella non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo figlio Gesù (MV, n. 24).

Ecco allora che la giusta armonia è ristabilita e appaiono chiari questi dati della fede:

  • Misericordioso è Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Quello è il suo nome, rivelato da lui stesso a Mosè (cf. Es 34,6). Maria ne è la testimone orante. Ella trova che la realtà che congiunge tutte le generazioni è la misericordia (Lc 1,50, citato da MV, n. 24).
  • Gesù Cristo è il volto umano della misericordia del Padre (MV, n. 1). Egli è il trono della grazia (MV, n. 18). Maria, “la madre del Crocefisso risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore” (n. 24).
  • Maria è madre della misericordia perché ha generato colui che è la compassione incarnata del Padre, Gesù.

Ezio Gazzotti

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