“Perdonare le offese” è annoverata tra le opere di misericordia spirituale, e ha il suo fondamento biblico nelle stesse parole di Gesù: «se voi infatti perdonare agli uomini le loro colpe , il Padre vostro Celeste perdonerà a voi»(Mt 6,14). L’esistenza storica di Gesù è il criterio per una prassi ecclesiale misericordiosa, che si basa sull’insegnamento del Maestro di Nazareth: avere il proprio cuore vicino ai miseri. L’immagina biblica che esprime quest’opera di misericordia ci è data da Luca 15,11-32, il figliol prodigo. I verbi della pericope evangelica ridisegnano il volto misericordioso della Chiesa. Non si tratta di una fugace concessione di comprensione, o di un semplice gesto umanitario, ma il perdono, inteso nella sua autenticità cristiana, richiede il coinvolgimento di tutto l’uomo, del suo cuore: il perdono rimanda al dono. La parola perdono, oggi inflazionata, la si può cogliere solo attraverso una economia del Dono, e cioè del più che Dio dà. Il perdono che si rifà al comando di Gesù, è pertanto, un atteggiamento che lascia commuovere le viscere, che apre la profondità del cuore, perché, «la vera misericordia afferma Papa Francesco si fa carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con rispetto e con rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel cammino della riconciliazione. E questo è faticoso, si, certamente».
Ivan Pitarresi