ASCOLTIAMO IN SILENZIO

Gli fu detto: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco il Signore passò, ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.

Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva… (1 Re, 19,11-13).

“Esci e “fermati”: due verbi che implicano un movimento interiore, che invitano ad assumere un atteggiamento di apertura, di ascolto. “Esci”… vai, mettiti in cammino, non cedere alla tentazione di sentirti arrivato, non fuggire, la verità ti chiama…

“Fermati”… fermarsi dove? “Fermati alla presenza del Signore”. Ma dov’è questa Presenza misteriosa, impercettibile come il mormorio di un vento leggero, di un soffio, di una brezza? Per poterla percepire occorrono il silenzio e l’abbandono.

Il Silenzio

Assenza di parole per sentire la Parola… per ascoltare la Parola. I miei problemi, le mie mille domande che richiedono continuamente risposte mi travolgono come il vento impetuoso, mi divorano come il fuoco, mi frantumano come il terremoto e distolgono il mio orecchio dal punto in cui Dio parla, si rivela: la Parola, il Verbo. Il Signore lo si ascolta non nel recesso di una grotta ma all’aria aperta, non nel fragore di un forte vento né tra i rumori di un terremoto, nemmeno nella forza luminosa e distruttrice della fiamme, ma nella dolcezza di un’aura lieve.

La Parola passa attraverso il deserto della vita quotidiana, non nella suggestione del forte vento, nel chiasso della pubblicità e dei presunti valori strombolizzati in pubblica piazza. Il Signore passa alla brezza del giorno… “Poi udirono il Signore che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno” (Genesi 3,8).

Silenzio, presenza a me stessa, presenza consapevole di ciò che sono e vivo… qui…ora… Silenzio che mi fa percepire la Presenza, mi fa sentire che la Parola è una Presenza viva sempre vicina a me: “Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore” (Rm 10,8). Nella contemplazione di questa Presenza che dà il senso, il gusto alla mia vita faccio posto all’Altro che entra…

Silenzio che mi dà la possibilità di distinguere i suoni, le sfumature… che affina la mia sensibilità e attenzione e mi apre all’Altro, agli altri… Accade allora il miracolo, la Bellezza della relazione, accade che nel silenzio si fa spazio, si fa posto all’Altro, agli altri e nel far posto all’altro ci “perdiamo”.

Ama il silenzio,

è il tuo maestro,

vai alla sua scuola.

Ti insegnerà a guardare il volto umano e divino

di Colui che è sorgente e termine

della nostra storia.

Ti insegnerà a vedere spiragli di luce

nel mare delle nostre difficoltà,

i germi dell’eterno nel nostro breve presente,

e il divenire nascosto di ogni vivente.

Ama il silenzio,

è il tuo maestro,

vai alla sua scuola.

Ti insegnerà a guardare il vero volto di Dio e dell’uomo

ti darà lo sguardo interiore della fede,

che insegna a guardare gli uomini,

le loro gioie, e le loro sofferenze,

le loro disperazioni, e le loro speranze,

tutti i piccoli e grandi avvenimenti della vita,

con gli occhi di Gesù Cristo.

L’Abbandono

Elia deluso della sua gente, emarginato dalla comunità del “popolo di Dio”, torna al luogo dell’esperienza originaria di Mosè. Umanamente la sua parola è: tutto è finito. Elia era partito per fuggire preso dalla paura: per sfuggire da se stesso, da Dio, dal mandato profetico. E Dio si manifesta a lui come parola nuova. Elia si incontra con Dio, sconosciuto e imprevisto interlocutore, nuova luce per la sua vita.

Così per noi, nei vari deserti della vita, è necessario tornare all’Oreb, il monte dell’apparizione di Dio ove l’uomo trova se stesso. Occorre “stare” sul monte, ma per “stare” è necessario togliersi i calzari, è necessario fidarsi e affidarsi… occorre stare in silenziosa e vigile attesa…

“Siediti ai bordi dell’aurora,

per te si leverà il sole.

Siediti ai bordi della notte,

per te scintilleranno le stelle.

Siediti ai bordi del torrente,

per te canterà l’usingolo.

Siediti ai bordi del silenzio,

Dio ti parlerà”.

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