Nella liturgia la Chiesa celebra la pasqua di Cristo inviato dal Padre, morto per la salvezza del mondo e da lui risuscitato che ha effuso lo Spirito Santo. Nei santi, la cui memeoria è inserita nell’anno liturgico, la Chiesa celebra il mistero pasquale in essi realizzato, propone ai fedeli i loro esempi che attraggono al Padre per mezzo di Cristo, si affida alla loro fraterna intecessione.
La festa di tutti i santi, in Oriente, si celebrava già nel secolo IV la domenica dopo Pentecoste. In Occidente, determinante fu la trasformazione del Pantheon a Roma in basilica cristiana e la sua dedicazione a santa Maria e a tutti i martiri il 13 maggio 609. La festa sorse nelle regioni della Britannia e fu estesa da Gregorio IV (828-844) a tutto l’Occidente. Il contenuto della festa è magnificamente espresso dal prefazio che ci fa contemplare la città del cielo, dove i santi glorificano in eterno il nome di Dio e incoraggia noi, pellegrini sulla terra, assicurando che giungeremo anche noi a quel traguardo se ci affrettiamo nella sequela di Cristo.
Essi sono una moltitudine immensa di ogni popolo, lingua e razza, che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e hanno superato la grande tribolazione, sono cioè frutto della pasqua di Cristo (I Lettura). La radice della santità cristiana è l’amore di Dio Padre che ci ha fatto suoi figli, partecipi sin da ora della sua vita (II Lettura). La via invece è quella delle beatitudini che Gesù ha pecorso prima di proporla a noi (Vangelo).