Come in tutte le chiese del mondo anche nella nostra parrocchia, il primo novembre abbiamo celebrato la Solennità di tutti i Santi, nulla di particolare quindi, se non fosse stato che un gruppo di catechiste, prendendo in prestito un’idea già sperimentata in altre parrocchie, sono riuscite a coinvolgere attivamente bambini e genitori, che ben volentieri hanno dato la loro disponibilità e il loro contributo per quanto si chiedeva loro, e cioè fare una ricerca del loro Santo per conoscerne la vita, le opere e il carisma e poi ognuno dei bambini avrebbe vestito i panni del proprio Santo o comunque indossare la sua immagine.
Tutto è nato da una esigenza di rivivere e dare nuova luce ad una festa che spesso è adombrata di tristezza per la commemorazione dei defunti che celebriamo il giorno dopo. Il primo e il due novembre sono giorni di visita ai cimiteri, di ricordi per le persone, i nostri cari, che non ci sono più. Non ci possiamo però fermarci solo a questo, le due feste associate sono l’una il riflesso dell’altra, è che hanno come fondamento la Risurezione di Gesù Cristo nostro Signore, e quindi di tutti noi. Come dice San Paolo ai Corinzi: “Se Cristo non fosse Risorto la nostra predicazione sarebbe senza fondamento e vana la nostra fede. (1Cor. 15,14).
In questa settimana, i bambini hanno potuto conoscere maggiormante la figura dei loro Santi, ripercorrendo le loro storie di innamorati del Signore Gesù e operatori di bene, che hanno dato la loro vita talvolta nel martirio. Molti bambini non sapevano neanche che il loro nome era legato a quello di un Santo, e conoscerne la storia li ha incuriositi e incoraggiati per la loro protezione. Tutti in modo particolare sono stati colpiti dalla vita di Madre Teresa di Calcutta proclamata Santa il 04 settembre di quest’anno da Papà Francesco, che ha speso la sua vita per i poveri, per i bambini abbandonati e per i malati di lebbra; leggendo la sua storia hanno scoperto la gioia che fin da ragazzina madre Teresa provava nell’aiutare i poveri, “gioia di fare” motore che muove ogni azione, gioia di fare per gli altri e come ci dice Gesù “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Nella Omelia il sacerdote ha interagito con i bambini, catturando la loro attenzione sottolineando l’importanza di queste figure che hanno dato il loro contributo al Regno di Dio, contributo che anche noi siamo chiamati a dare ognuno con la nostra attitudine. La festa dei Santi è pure la nostra festa, la festa del nostro destino e della nostra chiamata. Se è vero come è vero che ognuno di noi nasce per realizzare un sogno di Dio che è pure il nostro sogno, la nostra felicità, ecco la gioia che trasforma la nostra vita, quella che ci fa amare nonostante tutto. La Santità che celebriamo è quella di Dio e avvicinandoci a Lui ne veniamo contagiati; personaggi come Pietro, come Matteo, come l’adultera, avrebbero combinato cose buone nella loro vita? O anche la letizia di Francesco, l’ardore della fede di Teresina e la semplicità da dove venivano? Dalla Grazia di vivere in intimità con il Signore si sono sentiti realizzati.
I bambini hanno partecipato alla messa con grande attenzione, con gioia, alcuni guidati dalle catechiste hanno espresso le preghiere a nome di tutti e altri hanno portato i doni per l’offertorio.
Durante la Celebrazione, un momento ha colpito maggiormente la mia attenzione, è stato durante il Santo: “Santo Santo Santo….” Ecco in quel preciso istante vedevo quello che stavamo celebrando, l’assemblea dei santi che intonava in una sola voce l’Inno di Gloria. Il cielo e la terra l’assembla celeste che si unisce all’assemblea terrena. Spesso ci dimentichiamo di mettere in luce la bellezza di un’azione liturgica, azione di Dio per gli uomini e donne del nostro tempo, azione che ci santifica, azione della Misericordia di Dio che tutti i Santi hanno sperimentato e che ora più che mai abbiamo bisogno di riscoprire per poter rendere visibile l’invisibile.
Montelepre, 2- 11- 2016
GIUSY M. CUCCHIARA