Cosi fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa spossa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore, per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele che significa Dio con noi. (Mt 1,18-23).
Riflessioni
Credenti e non credenti, contempliamo innanzitutto l’ineffabile esperienza di Dio, che la Vergine Maria ha vissuto, per farla nostra. Guardiamo a Nazaret, e poi a Betlemme, dove Maria accoglie l’annunciazione del Signore, e per opera dello Spirito Santo diviene madre di Dio che si fa uomo. Fin da quei momenti, in Maria la Chiesa «esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia… ciò che essa tutta desidera e spera di essere» (cf. Sc 103); anzi, ciò che l’intera umanità è chiamata ad essere. Lontani da Dio, infatti, noi e la nostra società non andremo lontani. Conosceremo ulteriormente la schiavitù dei nostri idoli e le ricorrenti insidie del paganesimo, e avremo paura anche dei nostri passi: della vita, dell’amore, della famiglia, della libertà, del sacrificio, della giustiuzia e della pace. Peseremo con tante contradizioni sui poveri e sulle prospettive di vera fraternità tra i popoli. Le conquiste del nostro progresso potranno essere anche la nostra babele e la nostra morte.
Ave , o stella del mare, madre gloriosa di Dio,
vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.