INCONTRIAMO IL NATO BAMBINO
All’evento della nascita di Gesù si giunge attraverso una fase preparatoria ed organizzativa che vede all’opera grandi e bambini. Una tradizione del “fare” che ebbe origine nel 1223 a Greccio con san Francesco d’Assisi. Era una scena della Natività fatta di essenzialità e semplicità, riflesso del sentire e vivere del Poverello d’Assisi. Nel tempo le rappresentazioni del presepio sono andate sempre più elaborandosi. Da anni l’arte e la creatività hanno dato a luogo a molteplici interpretazioni e svariati modelli che pur ruotando attorno alla ricostruzione storica della nascita di Gesù, da essa si distaccano introducendo mestieri e figure del presente. A san Gregorio Armeno, Napoli, ad esempio, la fantasia napoletana mette in scena statuine con personaggi dello spettacolo e Capi di Stato. In tante parrocchie viene realizzato il presepe vivente con la partecipazione attiva dei fedeli. Un modo per coinvolgere famiglie intere avvicinando anche i giovani che non frequentano la chiesa. Il presepe che potrebbe essere definito come il luogo della tenerezza divina, trova anche nelle abitazioni una collocazione centrale in virtù di una tradizione religiosa irrinunciabile. Alla ricostruzione storica della Natività spesso si affianca l’albero di Natale. Ricordiamo che durante il pontificato di san Giovanni Paolo II nel 1982 fu allestito per la prima volta un grande albero di Natale in piazza San Pietro a Roma. Significative le parole di papa Francesco: «Anche oggi, Gesù continua a dissipare le tenebre dell’errore e del peccato, per recare all’umanità la luce della sfolgorante luce divina, di cui l’albero natalizio è segno e richiamo».
LUCIA GIALLORENZO