«Benedetto sia Dio, padre del Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà (…). In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perchè noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avere ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità…» (Ef 1,3-6,11-14)
In meditazione
La vera, grande notizia del Natale è questa: siamo amati dal Signore. Non è appena un po’ di buonismo che ci mettiamo addosso per l’occasione; noi facciamo festa perché Dio Padre ci ha dimostrato tutta intera la sua buona volontà di salvarci e ci ha dato, senza condizioni e senza calcoli, la sua grazia, il suo amore gratuito, con la nascita del Suo Figlio in mezzo a noi. Saperci scelti, chiamati, benedetti… Dunque, non siamo stati gettati sulla terra da un destino cieco e dispotico! No, siamo stati pensati, voluti, e perciò amati. La prova? È questa: Dio Padre, che per crearci ci ha regalato tanti beni, per salvarci ci ha donato il suo bene più caro: proprio suo Figlio. Certo, tu, io, tua moglie, tuo marito, i tuoi figli, tuo fratello, tua sorella, ogni uomo che viene al mondo è un essere debole e tragico, ma ha un valore infinito: vale quando questo Bambino; se valesse di meno, il Padre celeste ci avrebbe dato di meno.
PREGHIERA
O Sapienza; che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ti stendi da un estremo all’altro
e disponi tutto con forza e soavità,
vieni a insegnarci la via della prudenza.
O Signore nostro, guida della casa d’Israele,
che apparisti a Mosè nel roveto ardente
e gli desti legge sul Sinai,
vieni a redimerci con braccio potente.
O Radice di Iesse, innalzata quale segno per i popoli,
dinanzi a te i potenti stanno a bocca chiusa
e le genti ti invocano,
viene a liberarci e non tardare.
O Chiave di Davide e scettri della casa d’Israele,
tu apri e nessuno chiuderà
chiudi e libera dal carcere il prigioniero
tenuto al buio e in pericolo di morte.
O Stella del mattino, splendore di luce eterna
e sole di giustizia, vieni e libera che giace nelle tenebre
e nell’ombra della more.
O Re delle genti e loro invocazione,
pietra angolare che stringi le due parti in unità,
vieni e salva l’uomo che creasti dalla polvere.
O Emmanuele, nostro re e legislatore,
aspettato dai popoli e loro salvezza,
vieni a salvarci, Signore Dio nostro.