LA PRESENZA DI CRISTO NELLA STORIA

Nel brano della presentazione del Signore al tempio il vecchio Simeone pronuncia una frase forte: Gesù sarà un “segno di contraddizione” (Luca 2,34). Nella storia della cultura Gesù è stato un segno “impossibile” da evitare, con il quale fare i conti, da accogliere o da respingere.

Incontrarlo non può mai lasciare indifferenti: nel rapporto con lui si gioca, infatti, qualcosa di significativo per la vita di ognuno.

Possiamo elencare alcune figure nella storia della cultura che hanno incrocito Cristo sulle loro strade pur scegliendo poi di proseguire lungo altre vie.

Il poeta russo Aleksandr Blok nel suo poema, composto nel 1918 e intitolato “I dodici ” confessava; più il mio esame era attento, più distintamente vedevo Cristo… proprio Cristo! Nietzsche nel suo Anticristo diceva che Gesù era stato “l’unico cristiano della storia, finito però in croce”.

Nikos Kazantzakis nel suo romanzo l’ultima tentazione di Cristo parlandoci della sua fine sul Golgota così scrive: “Levò un grido di trionfo: Tutto è compiuto! Ma fu come se dicesse: Tutto comincia!”. In un vangelo gnostico detto “di Filippo”scritto in pieno periodo romano l’anonimo autore scriveva: “Se dici: Sono ebreo! nessuno si scompone.  Se dici: Sono romano! nessuno trema. Se dici: Sono greco, barbaro, schiavo! nessuno si impressiona. Ma se dico: Sono cristiano! il mondo trema”.

Dalla data della sua nascita, Gesù ha intriso della presenza e della sua parola la storia dell’Occidente, che non sarebbe tale senza di lui, nel bene e nel male.

Scrive così F. Mauriac nella sua famosa Vita di Gesù (1936) “Se non avessi conosciuto Cristo, “Dio” sarebbe stato per me un vocabolo vuoto di senso… era necessario che Dio s’immergesse nell’umanità e che a un preciso momento della storia, un essere umano, fatto di carne e di sangue, pronunciasse certe parole, compisse certi atti, perché io mi gettassi in ginocchio”.  Rincalza Marco Pomilio nel suo Quinto evangelio (1975) “Cristo ci ha collocati di fronte al mistero, ci ha posti di fronte alla domanda: Ma voi, che dite che io sia?”.

G. RAVASI

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