Dopo un’infanzia e una giovinezza trascorse come serva di famiglie altolocate, Elena (era il suo nome di battesimo), che ha già esperienze mistiche, si presenta al convento della Vergine della Misericordia di Varsavia, dove inizialmente viene rifiutata perché non può portare nulla come dote e proprio a causa del sospetto nei confronti delle sue visioni. Accolta dopo aver lavorato per un anno, risparmiando per potersi permettere la dote, il monastero esercita i compiti umili: cuoca, giardiniera, portinaia.
I confessori cominciarono però a invitarla a tenere un diario delle visioni mistiche, che lei stessa ritiene più un peso che un dono, consapevole che la santità giunge dalla vita in Cristo e non da esperienze così singolari.
Gesù la spingerà a far dipingere l’immagine della sua misericordia, che ella ha veduto in una visione estatica e che sarà poi diffusa in tutto il mondo.
Suor Faustina muore a soli 33 anni a Cracovia e sarà proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II.
“La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste Bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Gesù mi disse: ”Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto la scritta: Gesù confido in te! Prometto che l’anima che venererà questa immagine non perirà. Voglio che l’immagine sia solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia”.
L’AMORE DI DIO CAMBIA LA VITA
La santità cristiana comincia con lo stupore che proviamo davanti al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, quando ci accorgiamo che Egli è diventato assieme nostro Dio il nostro prossimo, unificando in se stesso – una volta per tutte – i due comandamenti dell’amore. Ed è proprio questo dono di poter abbracciare assieme Dio è l’uomo che ha trasferito sulla terra la misericordia divina.