dall’Esortazione “Amoris laetitia”
Nella “Gioia dell’amore”, Amoris Laetitia la sessualità assume un rilievo centrale. Amare con l’anima e con il corpo è modalità propria e irrinunciabile dello scambio coniugale.
La visione positiva della sessualità matrimoniale è trattata da Francesco al termine del quarto capitolo dell’Esortazione e costituisce quasi la logica premessa del capitolo successivo dedicato alla fecondità. Non bisogna però cadere nel tranello di certa manualistica vecchio stile secondo cui le relazioni intime degli sposi venivano inquadrate solo in un’ottica procreativa o, addirittura, come remedium concuipiscentiae.
Anzi, il Papa fa notare come la sessualità sia linguaggio interpersonale “dove l’altro è preso sul serio, con il suo sacro e inviolabile valore”. In questa visione anche l’erotismo va inteso come prassi di più intensa comunione, di gioiosa tenerezza.
Certo, avverte Francesco, se non si avvicinano i cuori, lo scambio dei corpi rischia di diventare disarmonico e disumanizzante. Il riferimento va allora al Cantico dei cantici, in cui l’appartenenza reciproca è “al servizio dell’amicizia coniugale in modo che l’altro viva in pienezza”.
Solo in questa logica equilibrata e rispettosa, l’amore consacrato da Dio sarà sempre al centro della relazione, superando le fragilità del decadimento fisico e i limiti determinati dal trascorrere del tempo.
LUCIANO MOIA