1ª Cor. 13,20-28 Lc 7,11-17
L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte.Gesù sconfigge la morte ridonado la vita. Uno dei più grandi mali dell’uomo è la morte. L’uomo avverte in sé una inestinguibile sete di vita e di felicità, tutto in lui perciò ripugna alla morte. L’istinto della conservazione è il più forte in lui. Egli rifiuta la distruzione del suo essere che opera alla morte. La fede ci dice che è questo sfacelo naturale è conseguenza tristissima della colpa del primo uomo. In Adamo tutti siamo morti… Gesù che è venuto a liberarci, quale nuove Adamo, capostipite dell’umanità nuova, non poteva non essere anche lui come noi e con noi nemico della morte. Egli dunque, venuto a compiere l’opera della salvezza, offre in se stesso chiari segni della sua potenza debellatrice della morte. Infatti nella sua potenza taumaturgica ridona la vita ( le tre resurrezioni narrate nei Vangeli…). Ma questi miracoli contro la morte sono il segno di quanto Cristo farà per tutti noi, nel beato compimento della nostra vita. La morte sarà definitivamente sconfitta quando, alla fine del mondo, tutti risorgeranno e gli eletti saranno definitivamente assunti alla gloria insieme a Cristo risorto. Dunque, dopo la risurrezione di Gesù, la morte non fa paura. Essa, pur rimanendo castigo del peccato, è premessa di vita nuova… Grazie, Signore Gesù! La lotta di Gesù contro la morte diventa mia quando io combatto in me la causa della morte, il peccato. Ecco dunque l’impegno: «Fate morire in voi le opere di morte», ossia il peccato, perché regni in noi la vita, che è Cristo. Dunque ogni giorno anche noi possiamo sconfiggere la morte. Ce ne dia grazia, il Signore.