Il cammino di Gesù e dei discepoli è giunto ad un punto cruciale. Gesù ha manifestato il mistero della sua vita attraverso parole e segni: chi gli sta intorno certamente si è fatto un’idea di lui. Adesso lui chiede che quanti gli sono vicini dicano che cosa pensano di lui. Gesù sprona i suoi a prendere posizione, a fare un passo avanti nella relazione. La prima domanda di Gesù riguarda l’opinione della gente: chi dice la gente che lui sia? La risposta della gente, è certamente diversa da quella dei suoi discepoli. La gente infatti risponde in base a ciò che ha visto guarigioni, miracoli, istruzioni,… ma sapere queste cose non significa conoscere Gesù. Il Maestro vuole dare molto più che “cose”, vuole dare se stesso. Per ricevere il dono della sua persona, del suo amore… è necessario sapere rinunciare alle cose: finché noi rimaniamo legate ad esse, non potremo mai conoscere veramente il Signore, ma conosceremo solo quella potenza di Dio che si manifesta nei gesti grandi che egli compie. “Ma voi chi dite che io sia?”. La domanda, vuole guidare i discepoli a dare una risposta diversa da quella della gente “chi sono io per te?”: è la domanda che Gesù pone a ciascuno di noi. E mentre accogliamo questa provocazione, siamo costretti a fare chiarezza in noi stessi e a dire che cosa vogliamo, quale Dio cerchiamo.
“Tu sei il Cristo”. È la risposta di Pietro. Ma questo apostolo ha veramente compreso quanto ha detto? a giudicare da come prosegue il racconto, si direbbe di di no, perché Gesù poi lo rimprovera in modo forte. La nostra comprensione di Gesù matura gradualmente, attraverso le tappe della vita; la frequentazione di lui, la disponibilità a custodire nel cuore la memoria di ciò che ci accade. Il senso vero della persona di Gesù si svelerà solo sulla croce. Poiché i discepoli hanno capito poco di lui, spiega che il Messia dovrà passare attraverso il rifiuto, la condanna, sofferenza e la morte. E il discepolo, se è veramente tale, non potrà avere una sorte diversa da quella del Maestro; perdere la propria vita, perché è l’unico modo per salvarla.
Ai discepoli di allora e a noi, discepoli di oggi, nasce una domanda: vale la pena seguire Gesù? Gesù cerca di dimostrare di si, spiegando così il segreto della vita. Amare il Maestro che ci ha amato per primo. Il discepolo prende la propria croce dietro a Gesù, perché lui l’ha presa prima di noi. La croce fa parte della vita, è sempre un mistero che possiamo vivere senza disperazione perché anche Gesù ci è passato dentro con le nostre paure, ma con un abbandono tenerissimo nelle braccia del Padre.