Mosè ed Elia, la legge e i profeti. Già il libro dei Numeri e quello del Deuteronomio, qualificano anche Mosè come profeta. Anzi come il profeta più grande di tutti. Questi due personaggi hanno dunque molto in comune. Sono infatti accomunati dalla centralità della Parola di Dio nella loro vita e dalla preoccupazione per la guida del popolo. Entrambi sono chiamati a farsi mediatori e custodi della relazione con il Signore e vengono messi alla prova dalla incredulità e dalla idolatria di Israele. Una delle note che balza alla nostra attenzione è la paura di Elia, anche se ha affrontato gravi pericoli quali la carestia(1Re17) ed ha fronteggiato con grande coraggio il re e dietro di lui la regina Gezabele, il popolo e i profeti di Baal. Elia ha difeso la fede in Jahvè e dopo il drammatico confronto al Carmelo ( 1Re 18) sembra avere portato a compimento la sua missione. ” Dopo questi eventi Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi”. Ma ora, nel deserto, chiede a Dio di morire” perché dice, non sono migliore dei miei padri”. Elia non ha solo lo sguardo rivolto al passato: è in gara con il passato d’Israele. Anche Mosè aveva fatto un analoga esperienza(cfr Numeri/11) stanco di portare il peso dell’incredulità del popolo si sente ingannato da Dio. Gli sembra che il Signore gli abbia affidato un carico troppo pesante senza avergli detto tutto quello che gli sarebbe costato… Ripercorriamo brevemente la sua vicenda, Elia è uno sconosciuto che ha lasciato il padre e la madre è che “sta alla presenza di Dio”. Mistero dell’elezione e della fedeltà divina! Da questo momento, però il Signore deve sostenere Elia che rischia di soccombere a causa della durezza della sua stessa parola e per dare seguito ai suoi piani, con promessi dallo zelo del suo profeta. Prima gli comanda di nascondersi presso il torrente; poi di mettersi in salvo a Zarepta di Sidone presso la vedova povera; e infine interviene per mandarlo a dire ad Acab che la carestia sta finalmente per finire. Per Elia sono importanti e ricchi di istruzione gli incontri che fa. Dio gli manda cibo attraverso i corvi, animali impuri, affinché impari ad essere meno rigoroso. Poi lo invia alla vedova povera per vivere in casa sua, mettendolo in una situazione salutare… Essa infatti lo riconoscerà” uomo di Dio”. Mettendo a rischio la vita sua e del figlio questa vedova sarà per Elia salvezza dalla fame. La gratitudine e la pietà per lui e per suo figlio faranno pregare il profeta per il dono della resurrezione. Oltre ad Abdia, sappiamo di 100 profeti che quel giusto ha salvato, nascondendosi e portando loro pane ed acqua proprio come ha fatto Dio quando ha salvato Elia al torrente Cherit. La religiosità di Elia e per molta parte una realtà troppo umana. La potenza di Dio la spezzerà con l’amore. Da questo incontro con Dio che Elia potrà finalmente vedere l’opera di Dio nella storia. Ritorniamo al brano di 1Re 19, Elia è alle prese con il suo desiderio di morire. Il Signore dovrà fare qualcosa di grande per questo profeta, tanto caparbio quanto amato. Elia prende poi la via del monte. È il Sinai/Oreb, monte della chiamata di Mosè e dell’alleanza con il popolo. Quando arriva all’Oreb entra nella caverna, quella da dentro la quale Mosè fu testimone del passaggio di Dio. (cfr Esodo 33,18ss.ss) Al Monte Carmelo Elia ha portato la sfida al sistema religioso d’Israele contaminato con il culto di Baal. Durante la sfida Elia ha ironizzato sul silenzio di Baal, vedendo in questo il segno della loro debolezza( 1 Re 18). Adesso, nel momento della sua crisi, tocca a lui sperimentare il silenzio di Dio. La sua presenza non si segnala per la forza, per il rumore… Dio passa. È solo all’accadere del silenzio che Elia esce, espressione del parto della sua rinascita. Dopo questo evento Jahvé conferma il profeta nella sua missione presso Israele, tuttavia questo ritorno assume anche un valore simbolico. Esso rappresenta una conversione dello sguardo su di sé, sul popolo e su Dio. Infatti Dio resta il Signore della storia e molti non lo hanno abbandonato. Elia non è poi così solo, ha imparato l’umiltà e può ritornare sui suoi passi… ha imparato e sarà gratificato da una attenzione che solo Enoch ha ricevuto. Neppure Mosè poté evitare la morte. Neppure Gesù a lui sembra che venga risparmiata. A conclusione di questa riflessione ci chiediamo perché sia proprio lui ad apparire insieme a Mosè con Gesù nella Trasfigurazione. Sappiamo che nel racconto di San Luca i tre discorrevano dell’esodo del Figlio Gesù. Mosè ed Elia appaiono al fianco di Gesù in quanto esperti di “cammino” e della passione che essa comporta. La croce come approdo alla casa del Padre.