Riflessioni sul Salmo 8

O SIGNORE, NOSTRO DIO!

È una composizione attribuita a Davide. Il salmo 8 ed il capitolo primo della Genesi hanno una serie di parole comuni, come cielo, mare, terra, stelle, bestie etc…

La domanda “Cos’è l’uomo?”, posta al centro del poema, costituisce la chiave del suo significato complessivo. “O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra… Il Signore, elevò la sua maestà sopra il cielo e riempì il mondo della sua gloria, quando Gesù fu innalzato sulla croce il suo amore si potè manifestare a tutto il creato (Gv 3,14).

Santificare e non nominare invano il nome del Signore, questo è il proposito del credente, come i bambini che giorno dopo giorno scoprono le maraviglie del mondo. Il Regno de cielo è riservato a coloro che si fanno picoi: uomini nuovi generati nell’umiltà, ai quali sono stati rivelati i misteri della salvezza.

Mentre ci sono nemici e ribelli che vogliono mettere a tacere la lode dei piccoli.

Dio nel firmamento ha posto la luna ele stelle. E la tradizione patristica vede nella luna una figura della Chiesa, utilizzando l’espressione del Cantico dei Cantici: “Chi è costei che s’avanza come aurora, bella come la luna?”.

La chiesa non ha luce propria ma come la luna vicina al sole, riflette sugli uomini il chiarore di Cristo che risplende sul suo volto.

Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il filglio dell’uomo perché te ne curi? Il salmista con il termine “uomo”allude all’esssere carnale chiamato “uomo vecchio”, e con “figlio dell’uomo” colui che è nato dalla rigenerazione spirituale, chiamato “uomo nuovo”, dono della nuova creazione in Cristo.

Anche dopo aver perso, a causa del peccato, la somiglianza con Dio, l’uomo continua ad essere immagine Creatore, e conserva il desiderio di Colui che lo chiama alla vita.

Paolo apostolo dirà: “In lui, infatti, noi viviamo, ci muoviamo e siamo” (At 17,28). Contempliamo cos’ la sovranità di Cristo resuscitato “che tutto ha meso sotto i suoi pidi e lo ha cosituito capo d tutta la Chiesa” (Ef 1,22).

Intorno a noi peerò contempliamo una umanità molto distante dal progetto di Dio, più incline alla superbia che all’umiltà, più vicina alla mormorazione che alla gratitudine. Il salmo diventa realtà in Cristo perché grazie a Lui possiamo diventare nuove creature, donando voce al muto creato.

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