da “Amoris Laetitia”
“La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno” (Al 296 e 297). Ecco come il Papa spiega in Amoris Laetitia il suo obiettivo di integrare o reintegrare nel cammino cristiano tutte le famiglie che lo desiderano, secondo la logica dell’accoglienza, dell’accompagnamento, del discernimento e, appunto, dell’integrazione.
Francesco, com’è noto, ritiene che la misericordia pastorale sia il primo obiettivo della Chiesa. E cioè volgere lo sguardo al dramma umano della famiglia, accogliendone la complessità dell’esistenza concreta, con cadute, errori e percorsi talvolta non perfettamente coerenti.
“Credendo che sia tutto bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio” (Al 305).
Ecco perché integrazione vuol dire, accompagnamento pastorale verso le persone divorziate risposate. Anche in questo caso è urgente, scrive Francesco, impostare la proposta su schemi rinnovati: “La loro partecipazione può espirmersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate” (Al 299). Di fatto una nuova ministerialità. Una svolta forte e sorprendente come l’abbraccio del Padre misericordioso.
LUCIANO MOIA