da “Amoris Laetitia”
Per troppo tempo la vita coniugale è stata percepita come cammino di fede meno rilevante rispetto alla vita consacrata. Ancora Pio XII nell’enciclica Sacra Virginitas, metteva il matrimonio su un gradino più basso all’ordine sacro e alle diverse forme di vita consacrata.
A ristabilire una visione più rispettosa arrivò il Vaticano II e il successivo magustero di cui Papa Francesco, a proposito della spiritualità coniugale, riprende nell’ultimo capitolo di Amoris Laetitia gli spunti più significativi.
Per sgomberare il campo da qualsiasi fraintendimento ribadisce subito che la spiritualità matrimoniale non è inferiore rispetto ad altri percorsi religiosi: “Coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli al vertice dell’unione mistica” (Al 316).
Dopo aver sottolineato l’importanza della preghiera in famiglia come strada di crescita nella fede e prezioso strumento educativo, il Papa colloca l’esigenza di una formazione spirituale specifica come occasione per i coniugi di cura vicendevole, consoloazione e stimolo. Anche in questo caso serve un atteggiamento di reciproca misericordia che diventa apertura allo Spirito per testimoniare sempre meglio l’amore di Dio nella quotidianità familiare.
LUCIANO MOLA