La fiducia è una qualità umana molto importante sia nella nostra crescita umana e cristiana, sia nei rapporti con la famiglia e con la comunità dove viviamo ed operiamo. La prima dimensione da coltivare è la preghiera espressa con fiducia, non fatta solo di richieste e di pretese, perché Dio vuole sempre il nostro bene. Quando il nostro animo si apre alla misteriosa invasione della divina Presenza possiamo ripetere l’invocazione del libro dell’Apocalisse: “vieni, Signore, Gesù”.
Pregare con fiducia non significa pregare con la presunzione che Dio farà tutto ciò che io gli chiedo: significa pregare con la certezza che Dio mi risponderà da pari suo. Il Signore ci ama in modo infinito più e meglio che non ci amiamo noi stessi. Aver fiducia significa rimettersi a Lui, ad occhi chiusi, gettarsi fra le braccia del Padre. Spesso il cristiano si crede abbandonato da Dio, invece deve sperimentare la consolante realtà che Dio lo vede, non lo lascia mai, neppure un attimo, lo tiene per mano, anche se non se ne accorge . Dio ci vede. Dio sa: tanto basta, perché ci dobbiamo gettare nelle sue braccia. Maria per i credenti è modello di fiducia filiale. Ella camminò nella notte, senza vedere, senza sapere.
Ma disse “si” come lo dice un bambino, e il Signore operò in lei le meraviglie della sua grazia. La sua obbedienza ci colpisce. Il Signore ci saprà rispondere bene al di là delle speranze e dei desideri i nostri, aprendoci fin d’ora il regno delle meraviglie: sono meraviglie che l’occhio umano non contemplò mai, che l’orecchio mai non udi, che il cuore neppure intravide, ma che Dio tiene preparate per quelli che ama.