Per imparare a stare con gli altri è necessaria l’arte di saper ascoltare. Pochissimi sono gli uomini e le donne, che veramente sanno ascoltare. ” Come va? Che c’è di nuovo ?” Ecco la prima domanda che si rivolgono due persone quando si incontrano. Si tratta di una frase di rito, prettamente convenzionale, detta la quale, chi apre la conversazione per lo più parla di sé, o di ciò che gli sta a cuore. Ad un certo punto, l’altro interlocutore prende lo spunto per raccontare la sua propria storia. Da quel momento ciascuno cammina sulla propria traiettoria… sono troppo pochi quelli che ascoltano gli altri… è necessario acquistare una grande dote, c’è quella di saper ascoltare. Nulla, infatti, induce il nostro interlocutore ad aprirci il cuore, quanto l’attenzione che gli prestiamo, la premura che gli dimostriamo di partecipare ai suoi problemi.
Bisogna ascoltare ciò che il nostro interlocutore dice, il suo silenzio, una mezza parola.” Il maggior bene che possiamo fare ad una persona, disse Lavelle, non è di farla partecipe della nostra ricchezza, ma di farla consapevole di quello che possiede lui”. Beati quelli che sanno ascoltare in profondità, perché udiranno Dio! A noi sembra incredibile che Dio ci parli, eppure egli lo fa in modo continuo. E perché, non ascoltiamo la sua voce? Forse perché siamo distratti. Dio ci parla con la sua Scrittura e con la vita, con i miracoli e con l’azione della Provvidenza, non nella baldoria e nel frastuono. Egli si rivela a chi lo prega e l’ascolta in silenzio.