Saper dimenticare è una nota molto importante, specialmente quando ci riferiamo a degli eventi della vita cristiana per i quali possibilmente abbiamo sofferto dei torti, delle ingiustizie.
Il Vangelo infatti ci parla del perdono delle offese in termini molto chiari, che sarebbe da sciocchi fingere di non capire.
Nel Padre nostro, c’è una frase che ci mette tutti con le spalle al muro e che dice così: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. In altre parole, “dimentica come noi dimentichiamo”, cioè chiediamo a Dio che ci tratti allo stesso modo con cui noi trattiamo gli altri.
Oggi questa realtà del perdono ci tocca molto poco perché abbiamo perduto il senso dei nostri limiti e quindi dei peccati da farci perdonare. C’è da recuperare il senso della nostra fragilità che fa a pugni con la troppo perfezione.
Questa è una tentazione sempre in agguato e Gesù per primo richiamò che ci guardassimo dal fariseismo. I santi sanno perdonare le offese meglio di chiunque, appunto perché hanno il senso del peccato e del loro limite.
Il precetto del Maestro così si esprime: perdonare, come Dio perdona noi.
Noi cristiani siamo tenuti a dimenticare il più possibile ciò che è accaduto e a muovere noi il primo passo verso chi ci offese.
Perché è Dio che ama gli uomini per primo. Questo ce lo ha ricordato San Giovanni in una sua lettera: “l’amore di Dio è gratuito, non è legato alla nostra corrispondenza né vacilla per le nostre infedeltà”. Dio ci ama sempre. Questa è la via indicata nel Vangelo.