Riflessioni sul Salmo 23

  “IL SIGNORE È IL MIO PASTORE”

La stesura di questo salmo è attribuita al Re Davide, alcuni studiosi invece datano la composizione in un’epoca più tarda, vicina a quella dei grandi profeti. È una preghiera molto commentata per ricchezza e semplicità, e manifesta il desiderio dell’uomo ad offrirsi alla guida e alla protezione di Dio. L’ospitalità nel deserto è fondamentale, chi non viene accolto potrebbe correre numerosi rischi.

La chiave interpretativa del salmo si trova nella tradizione dell’Esodo: “Hai guidato il tuo popolo come gregge” (Salmo 77,21; Es 15,13), “E il tuo gregge abitò nel paese che tu, o Dio, hai preparato al misero” (Sal 68,11).

L’esodo è un grande cammino fino alla terra promessa. Dio conduce il suo popolo come il pastore fa col gregge.

Dio pastore del suo popolo

La figura del Dio pastore è molto frequente nella Bibbia. I patrairchi d’Israele esercitavano quest’attività: difendevano il loro gregge e ne conoscevano la loro condizione. Benchè Jahvè riceva il titolo di pastore, l’appellativo deve essere riservato al nuovo Davide…

Il profeta Zaccaria parla di un pastore che sarà “trafitto” per amore del gregge, e la cui sofferenza e morte saranno redentrici. Gesàù dà compimento alla figura del buon pastore che viene in aiuto alle pecore perdute di Israele, le raduna e le conduce in buoni pascoli. Santa Teresad’Avila sintetizza quest’esperienza in questo modo: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, tutto passa. Dio non cambia, la pazienza riesce a tutto, a chi possiede Dio nulla manca, Dio solo basta”. Durante la celebrazione della Festa della Capanne, Gesù si proclama “acqua viva”, “luce del mondo” e “Buon Pastore”. In questo evento si faceva memoria dell’acqua che sgorgò dalla roccia nel deserto. I profeti parlano di un nuovo esodo in cui Dio farà sgorgare rivi d’acqua viva che sazieranno la felicità dei pellegrini fino al Regno dei Cieli.

Questi rivi sono una figura dello Spirito Santo effuso dal Messia. Cristo si è manifestato come “l’acqua viva che dà la vita eterna” (Gv 7,37).

Gesù: “Luce del mondo” (Gv 8,12). La luce è simbolo di vita in contrapposizione alle tenebre, immagine della morte…

Nella festa delle Capanne si accendevano delle candele nelle case e, all’imbrunire il candelabro del tempio. Il giudeo devoto mette in relazione la “luce” con la colonna di fuoco e così fa memoria di Dio che assiste e guida il suo popolo. Gesù: il Buon Pastore (Gv 10). I Giudei speravano che durante la festa delle Capanne si manifestasse il Messia. Dio sempre agisce, va incontro, dà forza all’uomo.

Cristo è il buon Pastore Noi, il suo gregge, siamo accompagnati da Lui, per giungere un giorno nella casa del Padre. In tale cammino ci confortano i sacramenti.

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