“Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la propria vita per i suoi amici”. Nella morte di Cristo, Dio fatto uomo, l’amore del Padre per noi viene dimostrato e proclamato con forza.
C’è grande sofferenza nel mondo e la morte rappresenta il comune destino di ogni uomo. Accettando e condividendo sia il dolore che la morte Gesù ha dato loro una specifica dignità. Quando soffro, sono come Cristo nel Getsemani o sulla via del Calvario, schiacciato dal peso della croce.
E quando muoio, si ripete per me quanto Egli ha già sopportato. È stato il peccato dell’uomo a causare la sofferenza e la morte del Signore. L’umanità infatti ha peccato e ne è venuto fuori un mondo a sua immagine e somiglianza: un mondo d’orgoglio, di odio e di prepotenza, nel quale l’uomo è diventato preda dell’uomo.
In questo mondo entrò l’amore e la salvezza nella persona di Gesù ma fu rifiutato. Sul Calvario sembrò che il potere di questo mondo avesse trionfato, ma nella disfatta si nascondeva la vittoria e nella morte la vita.
Il Venerdì Santo si prega per l’umanità intera, perché Cristo è morto per tutti gli uomini ed ognuno di essi è prezioso per Lui. La preghiera universale abbraccia tutte le problematiche del mondo. L’adorazione della Croce manifesta quelle ferite che abbiamo dentro e che solo Lui ci può curare.
Il nostro pensiero va a coloro che quotidianamente sono inchiodati dalla sofferenza in un letto di casa o di ospedale e senza saperlo continuano i patimenti di Cristo.
Se spingiamo il nostro sguardo oltre la Croce, dietro l’icona dolente del Crocifisso noi possiamo intravedere con gli occhi della fede i lineamenti del Cristo Risorto.