“Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri” (Gv 15,17).
La carità è una virtù forte, una virtù virile, fatta di energia, di vigore. La prima cosa da sottolineare, non confonderla con l’elemosina, che è una delle molteplici, delle innumerevoli forme che la carità assume.
L’elemosina è una variante, un aspetto che la carità adotta in certi casi, ma è ben lontana dall’occuparla, per intero. L’uomo, per poter essere amato come uomo, va rispettato nei suoi diritti. Un filosofo francese ha dato della carità questa definizione: “È solo attenzione prestata all’esistenza altrui”. Sono pochi quelli che prestano tale attenzione, pochi quelli che rendono veramente conto dell’esistenza del prossimo! La virtù della giustizia procede dunque dall’amore, è la prima forma che l’amore riveste, in quanto esso tende a stabilire fra gli uomini uno equilibrio elementare, una ripartizione fondamentale fra mio e tuo.
Accanto alla legge della giustizia ci deve essere la legge della carità, la quale è il vincolo della perfezione. La giustizia, scrisse, Federico Ozanam , presuppone una forte dose di carità. È necessario un grande amore verso gli uomini, per poter rispettare i loro diritti che limitano la nostra libertà”.
Che significa dunque amare il prossimo come se stessi?
Non significa solo fare l’elemosina, ma andare incontro alle persone attenuando la disparità e le miserie sociali. Questo è il vero volto della carità cristiana.