CONTEMPLIAMO GESÙ CRISTO 

L’UNICO VOLTO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE

Gesù incarna la misericordia del Padre Gv 14,1-11

Ci guida ad entrare nelle parole del Vangelo di Giovanni lo stesso Papa Francesco, che inizia la bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia con le parole “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre” (MV1). Nella nostra epoca, che è definita l’epoca della immagine, certamente tutti vorremmo avere una foto vera del Padre o di Gesù, da mandare per le misteriose vie dell’etere ad amici in tutto il mondo, usando gli odierni strumenti della tecnica. Padre Rivilli aveva questo stesso desiderio e lo espresse durante il tempo dlla formazione. Il saggio formatore gli diede per risposta alcune parole che gli cambiarono la vita: “Apri il Vangelo, lì troverai il volto di Gesù”. E trovando il volto di Gesù, trovare il Padre, “Chi vede me vede il Padre” (Gv 14,9). 

Per tutta la vita P. Rivilli cercò il volto di Gesù e fece esperienza che il Vangelo non solo mostra il volto di Gesù, ma ci fa conoscere chi è Gesù, potremmo dire “di che sostanza è fatto”: Gesù è amore misericordioso fatto carne (cfr 1Gv 4,8-9). Dio poteva scegliere chissà quali altri modi per farsi conoscere dagli uomini: ha scelto quello di farsi uomo, abbassandosi al livello della sua creatura umana, perché ogni creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza (cfr Gen1,26), potesse essere come Lui, espressione di amore misericordioso. La superbia, il peccato che serpeggia nell’uomo fin dall’inizio, ha macchiato questa immagine e Dio, nella sua misericordia, annuncia una soluzione: una Donna, senza pecato originale, genererà un bambino Figlio di Dio e lo chiamerà Gesù (cfr Lc 1,31). Questo Bambino, Figlio dell’Uomo, farà conoscere, non come immagine, ma come concreta realtà, la misericordia del Padre a tutti gli uomini, che in Lui non sono solo creature, ma diventano figli del Padre suo, quindi fratelli fra loro (cfr Mt 6,7-8). Nel suo cammino per le vie della Palestina più volte Gesù dirà parole di misericordia e compirà gesti che esprimono la misericordia del Padre suo e Padre nostro (cfr Mt 9,36; Mt 14,14; Mt 15,32-38; Lc 7,13; Lc 15,1-32). Tali opere ricorderà agli apostoli durante il discorso di addio nel cenacolo “Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è inme. Se non altro, credetelo per le opere stesse (Gv 14,11). Lo ricordera, dopo aver loro lavato i piedi, splendente esempio di misericordia “Capite quello che ho fatto per voi…? Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,12-15). 

Parlando della sua seconda venuta, Gesù, come riferisce Matteo (Mt 25,31-46), indica quali azioni compiere, per essere concretamente misericordiosi, come Lui e come il Padre, e, quindi degni di ascoltare le parole “Venite, benedetti del Padre mio” (Mt 25,34). In questo brano del Vangelo, che descrive il giudizio finale, come giudice è presentato non il Padre ma Gesù, lo stesso che dirà: “Tutto quello ch avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fattto a me” (Mt 25,40) e “Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me (Mt 25,45). Comincia da lontano questa esperienza della misericordia di Dio per l’uomo, rapprensentato dal popolo di Israele: Jahvè è il Dio con il suo popolo e lo accompagna sul cammino della sua storia.

Egli è il Dio che libera il suo popolo e ha misericordia. Tutto questo si realizza pienamente quando “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4b). Questo Figlio, che ci permette di chiamare Dio Padre, (cfr Gal 4,6), “prima della festa di Pasqua, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). Il Padre ama tanto il mondo e manda il Figlio, il Figlio ama il mondo fino alla fine e si offre al Padre in sacrificio espiatorio: si chiude il cerchio della misericordia di Dio che abbraccia l’uomo, come dice Papa Francesco; a noi la volontà e il coraggio di chiedere aiuto allo Spirito Santo per accogliere questo amore misericordioso, che non condanna, ma salva     (cfr Gv 3,17) . Rivolgiamo il nostro sguardo non ai nostri peccati, ma usciamo da noi stessi, dalla paura del giudizio e guardiamo, contempliamo, l’amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, che non si stanca mai di perdonare (Papa Francesco).                  

PAOLA GERACI

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