Maria, che duemila anni fa aveva dato alla luce il Cristo Signore, unico nostro Salvatore, veniva proposta anche oggi, dopo venti secoli, come Colei che porta a noi Gesù e insieme Colei che porta noi, divenuti oramai in Cristo figli suoi, a Lui, il Cristo Signore, sorgente di vita e di salvezza. Maria, infatti, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, È figura della Chiesa,…e rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti. La Chiesa, pensando a Lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nell’altissimo mistero dell’Incarnazione e si va ognor più conformando al suo Sposo. Maria infatti,… mentre viene predicata e onorata chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre (L.G. 65).
Consideeriamo allora con quali disposizioni interiori Maria è andata incontro ed ha accolto il mistero dell’Incarnazione del Verbo e della sua divina maternità. Il mistero del Figlio di Dio fatto uomo, evento accaduto oramai duemila anni fa, dovrà essere infatti al centro della nostra attenzione, della nostra meditazione, della nostra contemplazione orante. Cristo deve in qualche modo rinascre in noi e riprendere il primo posto nel nostro cuore. Apriamo per questo il Vangelo di Luca. Nel primo capitolo l’evangelista ci narra dell’annuncio dell’angelo a Maria (vv. 26-38) e dalla visita di lei alla parente Elisabetta (vv. 39-56).
Soffermaiamoci alquanto su questo secondo episodio. Maria ha detto appena di si all’angelo che le aveva annunciato il disegno di Dio su di Lei: la voleva Madre del Figlio dell’Altissimo. Quel si ha fatto sbocciare nel suo seno il Verbo eterno del Padre fatto carne, per la potenza dello Spirito Santo. Piena di tal portato direbbe il Poeta, se ne parte in tutta fretta per andare in una città della montagna di Giuda a far visita all’anziana parente, che dall’angelo ha saputo essere in attesa di un figlio e già al sesto mese, colei che era ritenuta sterile. Entrata nella casa di Zaccaria, narra Luca, Maria salutò Elisabetta. Questa, dopo aver sentito il Bimbo sobbalzarle in seno a quel saluto, piena di Spirito Santo esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?… E beata Colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore (Lc 1,40-45). Elisabetta, piena di Spirito Santo, proclama Maria Madre del suo Signore e svela il segreto dell’assenso da Lei dato all’angelo, quell’assenso che aveva consentito il compiersi in Maria del mistero della divina maternità: la Fede. Maria ha creduto alla parola dell’angelo come a parola di Dio e la Fede ha dischiuso il grembo all’irruzione dello Spirito. La Fede segnerà tutta la vita della Vergine e darà significato e valore a tutti i suoi gesti. La nascita di Gesù in Betlemme, nello squallore di una stalla, la presentazione di Lui al Tempio, la fuga in Egitto, il ritorno a Nazareth, i lunghi anni della vita nascosta di Gesù nella piccola e oscura città della montagna di Galilea, interrotti solo dall’episodio del suo trattenersi nel Tempio all’insaputa di Giuseppe e Maria, Lui, Figlio dell’Altissimo, che dichiarava di dover attendere alle cose del Padre suo. L’inizio della vita pubblica di Gesù, le nozze di Cana di Galilea. Quel figlio che ha successo ed è insieme contestato, che viene tradito, catturato, umiliato, percosso, straziato, crocifisso, e muore sul patibolo più infame: Lui, l’innocenza stessa. E lei lo segue e ne condivide fino in fondo la passione, l’ora delle tenebre. In tutta questa singolare, e per certi aspetti sconvolgente vicenda, Maria cammina nella fede, in una fede che si fa giorno dopo giorno sempre più matura. Nella fede diviene Madre del Figlio dell’Altissimo, nella fede, sotto la croce, diviene la Madre di tutti i redenti. Il modello è chiaro, l’esemplare straordinario. Ecco quindi con quale animo dobbiamo entrare nel mistero di Cristo, nato per noi in quel di Betlemme come nostro Salvatore. Un animo informato e conpenetrato dalla virtù della fede. Quella fede che è sbocciata in noi con il Battesimo per la potenza dello Spirito Santo. Quella fede che, nata in noi come una realtà vitale soprannaturale, deve crescere e maturare.