IL CORAGGIO DELLE DONNE: GIUDITTA 

Tra le figure di donne che l’Antico Testamento ci presenta, risalta quella di una grande eroina del popolo; Giuditta. Il Libro biblico che porta il suo nome narra l’imponente campagna militare del re Nabucodonosor, il quale, regnando in Ninive, allarga i confini dell’impero sconfiggendo e asservando tutti i popoli intorno. Il lettore capisce di trovarsi davanti ad un grande, invincibile nemico che sta seminando morte e distruzione e che arriva fino alla Terra Promessa, mettendo in pericolo la vita dei figli di Israele. 

L’esercito di Nabucodonosor, infatti, sotto la guida del generale Oloferne, pone l’assedio a una città della Giudea, Betulia, tagliando il rifornimento dell’acqua e fiaccando così la resistenza della popolazione. La situazione si fa drammatica, al punto che gli abitanti della città si rivolgono agli anziani chiedendo di arrendersi ai nemici. La fine sembra come ineluttabile, la capacità di fidarsi di Dio si è esaurita. La capacità di fidarsi di Dio si è esaurita. E quante volte noi arriviamo a situazioni di limite dove non sentiamo neppure la capacità di avere fiducia nel Signore. 

È una tentazione brutta! E, paradossalmente, sembra che, per sfuggire alla morte, non resti che consegnarsi nelle mani di chi uccide. Loro sanno che questi soldati entraranno a saccheggiare la città, prendere le donne come schiave e poi uccidere tutti gli altri. Questo è proprio “il limite”. E davanti a tanta disperazione, il capo del popolo tenta di proporre un appiglio di speranza: resistere ancora cinque giorni, aspettando l’intervento salvifico di Dio. 

Cinque giorni vengono concessi a Dio e qui è il peccato… per intervenire, cinque giorni di attesa, ma già con la prospettiva della fine. 

Concedono cinque giorni a Dio per salvarli, ma sanno che non hanno fiducia, attendono il peggio. In realtà, nessuno più, tra il popolo, è ancora capace di sperare . Erano disperati. È in tale situazione che compare sulla scena Giuditta. Vedova, donna di grande bellezza e saggezza, ella parla al popolo con il linguaggio della fede. Coraggiosa, rimprovera in faccia il popolo. È il linguaggio della speranza. Bussiamo alle porte del cuore di Dio, Lui è Padre, lui può salvarci. Questa donna, vedova, rischia di fare anche una brutta figura davanti agli altri! Ma è coraggiosa! Va avanti! Questa è un opinione mia: le donne sono più coraggiose degli uomini . 

Non mettiamo mai condizioni a Dio e lasciamo invece che la speranza vinca i nostri timori. Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative. Noi chiediamo al Signore vita, salute, affetti, felicità; ed è giusto farlo, ma nella consapevolezza che Dio sa trarre vita anche dalla morte, che si può sperimentare la pace anche nella malattia, e che ci può essere serenità anche nella solitudine e beatitudine anche nel pianto. 

Non siamo noi che possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui noi abbiamo bisogno. Lui lo sa meglio di noi, e dobbiamo fidarci, perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri. Il cammino che Giuditta ci indica è quello della fiducia, dell’attesa nella pace, della preghiera e dell’obbedienza. È il cammino della speranza. 

Senza facili rassegnazioni, facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità, ma sempre rimanendo nel solco della volontà del Signore, perché ha pregato tanto, ha parlato tanto al popolo e poi, coraggiosa, se ne è andata , ha cercato il modo di avvicinarsi al capo dell’esercito ed è riuscita a tagliargli il capo, a sgozzarlo. È coraggiosa nella fede e nelle opere. E cerca sempre il Signore. 

Così, una donna piena di fede e di coraggio ridà forza al suo popolo in pericolo mortale e lo conduce sulle vie della speranza, indicandole anche a noi. E noi, se facciamo un pò di memoria, quante volte abbiamo sentito parole sagge, coraggiose, da persone umili, da donne umili che uno pensa che senza disprezzarle fossero ignoranti… Ma sono parole della saggezza di Dio! Le parole delle nonne… Quante volte le nonne sanno dire la parola giusta, la parola di speranza, hanno sofferto tanto, si sono affidate a Dio e il Signore fa questo dono di darci il consiglio di speranza.

PAPA FRANCESCO (Gennaio 2017)

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