“Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra il monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” ( Mt 5,14-16)
L’ottava parola del Decalogo “Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli uomini (Catechismo n° 2464). Vivere di comunicazioni non autentiche è grave, perché impedisce le relazioni e, quindi, impedisce l’ amore. Dove c’ è bugia non c’è amore. Quindi bisogna sempre dire la verità e vivere nella verità. Ma cosa significa dire la verità…”Che cosa è la verità” Questa è la domanda che Pilato rivolge a Gesù. Gesù allora risponde: “Per questo io sono venuto, per dare testimonianza alla verità” (Gv 18,37) e questa testimonianza Gesù la dà con la sua morte e risurrezione. L’evangelista Marco narra che il centurione, avendolo visto spirare, disse: Davvero quest’ uomo era Figlio di Dio!” Sì, perché era coerente, è stato coerente con quel suo modo di morire, Gesù manifesta il Padre, il suo amore misericordioso e fedele. La verità trova la sua piena realizzazione nella persona stessa di Gesù. Domandiamoci: quale verità attestano le opere di noi cristiani, le nostre parole, le nostre scelte? Ognuno può domandarsi: io sono un testimone della verità, o sono più o meno bugiardo vestito da vero? Che siamo figli del Padre celeste non si dice tanto con le parole, ma è un modo di esistere, un modo di vivere e si vede in ogni singolo atto. Non dire falsa testimonianza vuol dire vivere da figlio di Dio che mai, mai smentisce se stesso, mai dice bugie, dimostrando che ci si può fidare di Lui. Io mi fido di Dio! Dalla nostra fiducia in Dio che è Padre e mi ama, nasce la mia verità e l’essere veritiero e non bugiardo.