È una beatitudine particolare questa, che racchiude in sé tutte le altre e di tutte le altre è espressione e fine.
La parola pace ci rimanda alla assenza di armi, a serenità assoluta, a salute piena ad armonia perfetta. Ma se la parola pace è una realtà chiara nel significato resta equivoca nella sua origine: pace non è solo un rapporto di tolleranza a livello politico – relazionale ma testimonianza di un rapporto profondo, personale con Dio.
E per rendere armonico il creato il Padre ha mandato Gesù, il Principe della pace. Sulla grotta di Betlemme gli angeli cantano pace, Gesù prima di ritornare al cielo dice agli Apostoli: “Vi lascio la pace, non come la da il mondo io la do a voi” (Gv 14,47).
La Beata Elisabetta della Trinità parla della pace quando l’anima si inabissa nel mistero trinitario. Analoga esperienza fa Teresa del Bambino Gesù, che dopo una vita di consacrazione può dire che “anche nella notte della fede trova la pace”.
Pace quindi come conformità alla volontà di Dio: come vivere in Dio e per Dio, pace quindi come lasciarsi assorbire da Dio con tutto il proprio essere per diventare fonte zampillante di serenità e di armonia da trasmettere ai fratelli. Pace, dono di Dio per tutti, perché la Pace è Dio, Padre di tutti, Padre in tutto.