Introduzione
Secondo un’annotazione di Giovanni l’Evangelista, Gesù è ritenuto imperdonabile.
“Proprio per questo i Giudei cercavano di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,18).
Ma c’è un altro motivo per cui era ritenuto imperdonabile: Gesù pregava!
E lo faceva non soltanto nei momenti liturgici che condivideva con i suoi, ma anche in luoghi appartati come ogni altro uomo di questo mondo! E i suoi, cosi furono presi anch’essi dalla voglia di imparare a pregare :”Signore, insegnaci a pregare!”
Gesù, però, non è venuto ad abolire la Legge in polemica con gli scribi e i farisei.
Lui vuole reinterpretare la Legge liberandola dall’essere trappola per l’uomo e per la sua libertà e facendola diventare trampolino da cui l’uomo può saltare tra le braccia di un Dio che è soprattutto PADRE. Gesù ha tentato di mostrare con la sua vita che Dio è Padre e non solo l’Onnipotente, l’Altissimo o l’ Innominabile.
Dio, come Padre di Gesù Cristo, accoglie nella sua paternità, tutto il resto dell’umanità.
VEDERE IL PADRE
Tutti noi cerchiamo un padre, perché cercare un padre un padre significa cercare un’appartenenza, qualcosa che dia senso alla nostra esistenza. L’uomo si porta nel cuore un desiderio di fondo che è il desiderio di felicità, che lo rende diverso da
tutte le altre creature. In un mondo che sembra aver confuso la sazietà con la felicità, papa Francesco dedica un ciclo di catechesi all’unica preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli: il “Padre Nostro”.
Si tratta di una preghiera che insegna la preghiera, di una preghiera che ci svela quale deve essere l’orientamento del cuore che bisogna avere nella preghiera.
Soltanto se ci ricordiamo che Dio è Padre, ha senso allora rivolgergli anche una parola, mettersi in ascolto della sua, comprendere che nel cristianesimo la cosa che conta di più è la relazione.
Gesù è venuto nella storia soprattutto per donarci di nuovo un cuore di carne, per liberarci dall’idea che bisogna comprare e propiziare la divinità, per liberarci dalla dittatura del sacrificio fine a se stesso e farci ragionare in termini di misericordia e di umanità, se vogliamo capire qualcosa di Dio.